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FORBIDDEN FOREST
BOX MOCKUP E TRAMA
FORBIDDEN FOREST
In Forbidden Forest il giocatore assume il controllo di un cacciatore intraprendente, armato con di arco e frecce. L'obiettivo è quello esplorare la foresta per sconfiggere le creature malvagie che la abitano: ragni giganti, api, rane mutate, draghi, scheletri, maghi, serpenti, e un mostro finale noto come "Demogorgon. |
RECENSIONE
FORBIDDEN FOREST
Forbidden Forest è un prodotto che potremmo definire come rivoluzionario nell'ambito video ludico dei primi anni 80. Paul Norman decise infatti di puntare su effetti grafici all'avanguardia e su meccaniche di gioco originali per quel tempo, riuscendo a creare un capolavoro che risiede tutt'ora nell'olimpo dei giochi per Commodore 64.
Il primo aspetto a colpire del gioco è certamente l'avvincente colonna sonora; il background musicale ha il potere di calare completamente il giocatore in questa avventura, ma ciò che delizia l'udito è sopratutto la capacità di Forbidden Forest di risultare sensibile agli eventi che si susseguono nel gioco, utilizzando il giusto intermezzo musicale per ogni situazione. Dettagli di questo genere potrebbero sembrare comuni ai nostri giorni, ma in quegli anni non era affatto scontato trovare una gestione dell'audio così curata in un videogame.
Un incontro ravvicinato con uno dei primi nemici, un oscuro ragno gigante
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Forbidden forest però non è ricordato solo per l'uso sapiente di brani ed effetti sonori, giacché probabilmente l'aspetto più innovativo è legato allo scorrimento degli elementi grafici sullo fondo, altrimenti definito come parallasse. L'eroe munito di arco può muoversi all'interno della foresta soltanto lateralmente, come in un circolo senza fine, e gli elementi più lontani visibili sullo schermo si muoveranno più lentamente rispetto a quelli vicini, simulando il senso di prospettiva dei corpi al quale siamo abituati durante un viaggio, per fare un esempio. Naturalmente questo comportamento è necessario per dare un senso di profondità al gioco, che trasmette al player una sensazione di tridimensionalità fondamentale. Un lavoro all'insegna del realismo culminato grazie anche all'implementazione di un ciclo notte/giorno, che progredisce con l'avanzamento dell'avventura, capace di coinvolgere persino la visibilità degli astri e lo spostamento della luna nel cielo notturno.
E le notizie non sono finite qui, perché se ogni elemento del gioco è stato pensato per essere parte di quella immersione che il giocatore è condannato a vivere con Forbidden Forest, è la morte a giocare il ruolo più importante tra tutti quei dettagli che compongono la grande tela. I modi in cui potremo morire sono (o almeno erano nel 1983) truci e senza pietà, qualcosa di mai visto prima su un monitor. E secondo voi, può esistere una morte violenta senza un po di sano sangue ? Coloro che ricorderanno questo gioco sono certo saranno morti almeno una volta per merito dei tanto odiati ragni, qual'è stata la sensazione provata nel vedere tutto quel sangue grondare dal protagonista per la prima volta ? ... sono certo che le tante Review rintracciabili su internet, dai voti molto alti, siano una risposta sufficiente a questo interrogativo, perciò, non ci resta che entrare subito nel vivo dell'azione.
Una breve sequenza animata con l'uccisione del Negromante
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Dopo aver ascoltato una opprimente musica d'introduzione ci ritroveremo già immersi nella vegetazione, poco prima che il crepuscolo lasci spazio all'apparir delle stelle. Ritroveremo il nostro eroe nella parte bassa dello schermo, secondo i canoni di una visuale in terza persona, adattata però a un movimento esclusivamente bidimensionale. Ai nostri lati, oltre al classico punteggio avremo 4 faretre ricolme di frecce, fondamentali per poter attaccare con l'unica arma in nostro possesso. Per prima cosa dovremo vedercela con un branco di ragni famelici, le cui dimensioni ricordano tanto le produzioni cinematografiche note con il nome di Arac Attack. Ma a differenza degli aracnidi presenti nei film di Warner Bros, la cui produzione è avvenuta per altro 20 anni dopo rispetto al gioco di Cosmi, questi sono dannatamente tetri.
Il vespoide, uno degli insetti più fastidiosi e complicati da colpire
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Sulla scia delle creature selvagge passeremo dagli aracnidi alle vespe giganti e successivamente a una pioggia di rane mutate. Da sottolineare il modo cruento in cui si muore se schiacciati da queste ultime, con l'eroe ridotto a un ammasso sanguinolento di carne e stracci! Successivamente le cose inizieranno a farsi un po più complicate ... Affronteremo un drago davvero ben disegnato (per quel tempo s'intende), il quale ha la cattiva abitudine di sputare palle di fuoco. Dovremo saperle schivare se vogliamo avere ragione di lui, mentre un colpo ben assestato all'altezza della sua bocca dovrebbe bastare per metterlo fuori gioco, operazione invero non troppo semplice ma soddisfacente.
Poi sarà la volta di un mago negromante capace di risvegliare scheletri armati di lance. Per sconfiggerlo dovremo colpirlo proprio nella zona del cappuccio, in corrispondenza dell'apertura del viso. Non sarà comunque facile perché il mago eluderà le nostre frecce spostandosi di tanto in tanto in una zona diversa della foresta.
Beccato! Adesso tocca alla vecchia signora in vestaglia azzurra!
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Gli ultimi due livelli riguarderanno un lungo serpente che si agiterà sullo sfondo, e che dovremo abbattere con le nostre frecce, e il famoso Demogorgon, mostro mitologico che possiede la capacità di risultare invisibile. Per individuare la sua figura per una frazione di secondo, dovremo attendere i fulmini della tempesta che farà da sfondo allo scontro finale. Solo una freccia scoccata con precisione estrema potrà porre fine alla minaccia, che si farà inevitabilmente più vicina al nostro arciere ogni volta che falliremo il tiro.
Per concludere, il titolo diverte e stupisce per la sua semplice crudeltà. Perché? Il motivo è molto semplice. Regie e direzioni artistiche di ogni genere, almeno a mio avviso sia chiaro, toppano clamorosamente attribuendo al male tratti troppo ragionati e privi dello spessore adeguato. Ma il male rappresentato in Forbidden Forest è oscuro, non conosce percentuali anche minime di bianco e colpisce per il puro gusto di farlo. La sua natura è inequivocabile, priva di annunci, spiegazioni e non ha pietà. Ecco perché questo videogame, al pari di una perla nera, non esaurirà mai il suo fascino.
FORBIDDEN FOREST: LONGPLAY
Non certo di livello eccezionale ma con ottimi spunti come la rappresentazione della luna e il passaggio graduale alla notte.
Importante prendere le misure. Le azioni del nostro protagonista richiedono un timing adeguato. Per il resto? Superbo.
Forbidden Forest ha una colonna sonora semplicemente fantastica.
Un classico come Forbidden Forest, anche dopo molti anni, conserva sempre il suo fascino. Da riprovare con nostalgia e a luci spente !
VOTO FINALE
9
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